SALETTA DEI CONCIATORI

sala prioriL'ingresso della trattoria Marchegiana nel primo vicolo di via Fabio Filzi è sito nella contrada ove una volta avveniva la concia delle pelli. Le concerie erano tutte dislocate nei pressi del vallato che successivamente venne prolungato in modo tale che sorsero anche a destra della strada del Borgo e Marimengo, oggi via Cialdini. Nel secolo XIII la concia si limitava alle sole pelli lanute e l'uso e la proprietà chimica dello "scotano" erano già conosciute; solo in secoli più recenti si iniziò la concia delle pelli di manzo e di bue, delle vacchette, delle mongane, dei vitelli e dei montoni colorati; nel Triestino ed in altre province il dare il nome di "fabrianese" alle pelli di montone, conciate a scotano par chiaramente dimostrare come questo genere di pelli o sia stata una antica ed esclusiva produzione fabrianese, oppure, la lavorazione sia stata perfezionata meglio che in altre fabbriche italiane. Si usavano le pelli anche per dipinti; ne abbiamo esempi di vari autori fabrianesi nella collezione di casa "Fornari". Negli Statuti di Fabriano dell'anno 1415 (scritti in pergamena) sono annotati i "pillipari", preparatori di pelli. Antica anche l'industria delle pergamene, chiamate "carte pucudine" carta pecora. Interessantissimo quello che è stato scritto da Mess. Giovanni Andrea Gilio da Fabriano nel suo libro intitolato - Due dialoghi - pubblicato in Camerino da Antonio Gioioso nel 1564 - "Le carte pecore quante ne vanno a Roma e a Venezia si sa - e - quanto ai corami e specialmente da far panni d'oro per fornimenti di camere lo sanno i maestri di quest'arte di Roma, che dicono non trovare i migliori."

Bibliografia: Cav. Oreste Marcoaldi - GUIDA E STATISTICA DELLA CITTA' E COMUNE DI FABRIANO DEL CAV. ORESTE MARCOALDI - Vol. I - Fabriano - Tipografia G. Crocetti - 1874.